Il 15 Febbraio è stata inaugurata la mostra di Viola presso la prestigiosa Lilium Art Gallery, un’occasione davvero speciale che ha riempito di gioia e soddisfazione tutti noi. Si è trattato di un evento emozionante e significativo, in cui abbiamo avuto l’onore e il piacere di mettere in mostra un progetto a cui teniamo particolarmente. Questo momento è stato reso ancora più importante dal fatto che si tratta del nostro primo progetto, un’iniziativa che ci rende incredibilmente fieri di averla condivisa con il pubblico.
Un racconto che nasce in tempo di covid, che racconta le emozioni contrastanti, il senso di vuoto, di non amore e di non amarsi, e delle sottili violenze perpetrate all’interno di case silenziose.
E’ sorprendente come a volte ci si trovi per caso a decidere di raccontare delle storie complesse e dirompenti, lavorando insieme ed unendo mondi fotografici differenti, capacità nate e sviluppate in parti della nazione opposte, eppure si riesce a creare la giusta empatia per affrontare tematiche difficili ed emotivamente trascinanti.
Così nasce Viola, unendo una esperienza personale ad una sensibilità delicata, partendo da una idea maturata con la consapevolezza dell’impatto e della risonanza che avrebbe potuto ottenere, lasciando alla visione di tutti gli scatti silenziosi realizzati in periodo di quarantena, con l’intento di raccontare il dolore e le ferite dell’anima di Viola, la delusione, la disperata ricerca di un amore che non c’è, se non nelle premesse di quello che poteva essere, ma che doveva essere trovato in sé stessi più che all’esterno; i colori e le forme seducenti dei fiori fanno da contrasto, oltre che, da accompagnamento alla drammaticità degli autoscatti, anche se spesso sono portatori di un messaggio infido, come l’egoismo, l’incapacità di amare il prossimo, la disperazione delle lacrime se non addirittura il veleno mortale che hanno al loro interno…
Un racconto senza tempo e senza genere, dove Viola è un nome, un colore, un simbolo, una parte di ognuno di noi, che viene fuori improvvisamente senza avvertirci, come un pugno nello stomaco ricevuto, privo di un motivo apparente.



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